8 Settembre 2024

Un servizio estremamente importante che la Presidenza del Consiglio dei Ministri offre a tutto il popolo del web è il Dipartimento per le politiche antidroga. È guidato dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega al Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano. È autorità delegata ai Servizi di informazione e sicurezza. Nella delega rientra, per l'appunto, anche il Dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio.

In occasione della Giornata Mondiale contro le Droghe, o più precisamente la “Giornata Internazionale contro l’Abuso e il Traffico Illecito di Droga”, celebrata il 26 giugno, il Dipartimento ha presentato un interessantissimo lavoro di relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia.

Purtroppo i dati che si possono snocciolare in questo lavoro sono tutt'altro che rassicuranti!

Un dato che fa seriamente preoccupare è la diffusione delle droghe nei giovani: nella relazione si legge “Nel corso dell’ultimo anno sono quasi 360mila gli studenti minorenni che hanno consumato almeno una sostanza illegale, pari al 23% dei minorenni scolarizzati, confermando il trend crescente osservato nel post-pandemia. Dato ratificato anche dalla percentuale di minorenni segnalati per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale (Art. 75 DPR n.309/1990) che si attesta nel 2023 intorno al 12% delle persone segnalate, tornando ai livelli pre-pandemici, raggiungendo il valore più alto mai registrato. La quasi totalità delle segnalazioni riferite a minori (97%) riguarda cannabis e derivati, a conferma dell’ampia diffusione dei cannabinoidi tra i più giovani.”

Non va certo meglio se cominciamo ad analizzare anche i dati relativi ai reati commessi dai giovani in merito alle sostanze stupefacenti: 1.246 giovani under-18 sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per reati penali droga-correlati.

Questo significa, in poche parole, che i giovani non sono solamente utilizzatori, ma concretamente incardinati nella produzione, nel traffico e nella detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

Comincio già ad immaginare i volti con i nasi storti: “eh, adesso, per una canna tutto 'sto casino”; “perché non si preoccupano di chi spaccia chili di droga”; oltre al classico “mio figlio (o mia figlia) non lo farà mai”. Purtroppo sono tutti luoghi comuni, che i dati hanno palesemente sbugiardato!

Anche perché la lista in evidenza non finisce qui: mettiamoci dentro anche l'alcool e gli psicofarmaci senza prescrizione medica, ed il quadretto è bello che incorniciato!

Ed anche stavolta la frase “non ti sei mai preso una sbronza prima dei 18 anni?” sarà già balenata nella testa di qualche lettore... al quale rispondo, francamente, sì! E sono certo di non essere l'unico. Ciò che però dovrebbe richiamare la nostra (Generazione X) attenzione è come contrastare questo fenomeno, in preoccupante ascesa. Perché... sì, mi preoccupa la sbronza dei 16 o 17 anni; ma mi preoccupano ancora di più le NPS (Nuove Sostanze Psicoattive), mi preoccupano gli psicofarmaci senza prescrizione medica, utilizzati da 170mila minorenni nel corso dell’anno 2023, mi preoccupa che la diffusione di questi psicofarmaci sia più che doppia nelle ragazze (sia chiaro, non che non me ne freghi nulla dei ragazzi, ma se c'è uno squilibrio così importante, evidentemente ci sono ragioni che devono essere obbligatoriamente identificate).

 

Ma se, in Italia, vige un dettato normativo sulla vendita e sulla somministrazione di alcool ai minori di sedici anni, i numeri riportati nella relazione sono riferiti solo ai giovani sedicenni e diciasettenni? Ovviamente no! Perché la legge può riferirsi solamente a chi somministra una bevanda alcolica “in qualità di esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande”. Non è possibile applicare una norma (penale) quando la somministrazione è effettuata, ad esempio, a casa di una persona che invita da bere ai suoi ospiti.

Una moda abbastanza diffusa è il Binge Drinking, ovvero la ricerca della sbornia, dello sballo, in modo occasionale: la Binge Drinker (ragazza) consuma quattro drink in una sola occasione, i ragazzi anche di più, per arrivare alla perdita di controllo, all’ubriacatura.

È un mezzo, talvolta una giustificazione, molto raramente un fine.

L'ipotesi più avvalorata è che i Binge Drinkers facciano ricorso all'alcol come strumento per ridurre i “freni inibitori” e favorire le prestazioni sociali. Serve dunque per socializzare? O forse per trasgredire?

E, secondo me, è proprio qui che si deve focalizzare l'attenzione!

Il focus di questo mio ragionamento è promuovere la “prevenzione attiva”: chiaramente va sempre bene qualsiasi forma di prevenzione, ma molto spesso non basta “mettere un cartello” per trasmettere la necessità di intervenire radicalmente su determinati rischi.

Facciamo un esempio: se voglio trasmettere il messaggio di prevenzione delle ludopatie, posso certamente mettere un cartello che invita ad un uso moderato e responsabile delle “macchinette da gioco”, ma... quanto sarebbe più efficace spegnere per un'ora i “videopoker” spiegando che è stato fatto per sensibilizzare le persone al problema della ludopatia? Oh sì, capiterebbe anche di perdere clienti, ma se parliamo di prevenzione, anche il non servire al banco una birra o un Breezer ad un quindicenne è perdere un incasso! Però è investire (e guadagnare) in prevenzione e sicurezza per i giovani!

Oggi è quanto mai necessario coinvolgere i giovani nelle azioni di prevenzione! Una “lezione” sui rischi della droga fatta da un rappresentante delle Forze dell'Ordine è sicuramente efficace; ma credo che sia ancora più efficace se a fianco di questo agente ci mettiamo un ragazzo o una ragazza di sedici / diciassette anni a spiegare questi rischi: i giovani parlano la lingua dei giovani, e l'efficacia della comunicazione aumenta anche se il “codice” utilizzato è comune al trasmittente ed al ricevente.

Cominciamo a coinvolgere i destinatari di queste azioni di prevenzione, facendole sviluppare a loro: probabilmente il messaggio arriverà molto più facilmente ai destinatari, e se così non fosse... almeno gli attori saranno sicuramente molto più informati e coinvolti!