17 ottobre

La ricorrenza di oggi è il festeggiamento di Sant'Ignazio di Antiochia.

Vero è che in Sardegna, permettetemi il campanilismo, abbiamo Sant'Ignazio da Làconi, e dunque la ricorrenza dell'Illuminatore passa in secondo piano; ma la storia di Ignazio di Antiochia è di gran lunga più datata, poiché il vescovo e teologo lo si fa risalire all'anno 35 circa... Non 1935, o 1835, trentacinque dopo Cristo, e difatti è il secondo successore di Pietro.

Assieme ad Ignazio, oggi festeggiano l'onomastico i Fiorenzo, in memoria del Vescovo di Orange, Catervio, Severina e Basso.

Atalanta, a Cagliari, vuol dire "molto"

A Cagliari, l'Atalanta è molto più nota come espressione che sintetizza il concetto di "molto" piuttosto che la squadra di calcio bergamasca.

È assai frequente, infatti, l'intercalare "Atalanta" per esprimere una quantità indefinita, che però supera il molto e rasenta il troppo: “ci ho mangiato l'Atalanta, gnench!”, ma anche “ci ho bevuto l'Atalanta”, “ci ho ballato l'Atalanta”, eccetera.

Nel 1907, ben centododici anni fa, giovedì 17 ottobre gli studenti liceali Ferruccio e Giulio Amati, Alessandro Forlini, Giovanni Roberti e Eugenio Urio fondano la Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici "Atalanta", ispirandosi alla figura mitologica greca figlia di Iaso, re dell'Arcadia. In effetti l'Atalanta è figlia di una fusione fra la Giovane Orobia del 1901 ed il Football Club Bergamo del 1903.

Nello stesso anno fu creata la sezione calcio della società sportiva, ma fu riconosciuta dalla FIGC solamente sette anni dopo, nel 1914 all'inaugurazione del campo di gioco.

Un simpatico aneddoto legato a questa partita inaugurale vede come protagonista un treno. Il primo campo di gioco era in via Maglio del Lotto a Bergamo, ed aveva una tribuna a ridosso della ferrovia: il treno che faceva ingresso in stazione proprio durante la partita di inaugurazione, rallentò fino al passo d'uomo per consentire ai viaggiatori di vedere alcune scene della partita.

La prima stagione calcistica fu giocata nel campionato di Promozione, quella che fu la Seconda Divisione di allora.

L'Atalanta ha due soprannomi. Uno è ovvio: dea. Il secondo è più legato alla sua storia calcistica della Serie A: la regina delle provinciali. È infatti chiamata così perché è la squadra di una città non capoluogo di regione con il maggior numero di partecipazioni in serie A (ha preso parte a 58 edizioni della Serie A a girone unico) e non ha mai vinto lo scudetto.

Il vivaio atalantino annovera nomi storici, sia tra le fila dei giocatori, sia tra quelle degli allenatori. Gaetano Scirea, uomo simbolo della Juventus, ha militato dal '72 al '74 in maglia orobica; Angelo Domenghini, anche al Cagliari dal '69 al '73 e all'Olbia nel '77/'78 (ma anche allenatore della stessa squadra e nello stesso anno, nonché della Torres nell'83/84), ha cominciato la sua carriera calcistica nell'Atalanta dal '60 al '64.

 

 

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