“Bella ciao…”

Come al solito sui social i repost sbagliano il momento...

Sono andato a verificare la "news", che poi proprio news non è, dato che è del 30 aprile 2020, circa la canzone “Bella ciao” come canto ufficiale al pari dell'inno nazionale.

Oh cacchio, è vera! L'ho verificata dal sito nazionale dei Deputati PD!

Canto di rango istituzionale”, si legge nella proposta di legge proposta... no, è scritta malissimo! Così dice la proposta di legge presentata dal deputato Gian Mario Fragomeli, classe 1973, e firmata anche da nientepopodimeno che Piero Fassino, ex segretario azionale dei Democratici di Sinistra, e Stefania Pezzopane, bersaglio della gogna mediatica per essere la compagna dello spogliarellista e protagonista del “Grande Fratello 16”.

Ci sono diverse cose che mi fanno storcere il naso.

La prima è l'espressione “rango istituzionale”.

Il rango, a mia memoria, esprime un livello in una scala di valori; ed è un termine spesso utilizzato per indicare la posizione sociale di una persona. Conferire il rango istituzionale ad una canzone, è qualcosa che istituzionalizza il valore ed il significato della canzone stessa, facendolo rappresentativo della medesima istituzione.

Andando a cercare le origini della canzone “Bella ciao”, si può facilmente scoprire che la canzone divenne l'inno ufficiale della Resistenza contro le truppe fasciste e naziste solo vent'anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, e che la stessa ha origini ben diverse dalla Resistenza.

Che poi questa abbia assunto i connotati di una canzone che rappresenta il periodo e le gesta eroiche dei soldati combattenti, ci può anche stare. Anche “Va, pensiero” rappresenta l'esodo degli esuli istriani, fiumani e dalmati, ma non è certo diventata una canzone di rango istituzionale, per fortuna -aggiungo io-!

La seconda cosa che mi fa storcere il naso è il volerla affiancare a “Fratelli d'Italia” nell'insegnamento scolastico...

Certo, il buono di questa proposta è il voler insegnare l'Inno Italiano in tutte le scuole di ogni ordine e grado! Il voler mettere a fianco di questo Inno anche la canzone popolare tradizionaleBella ciao” suona più come una proposta politica piuttosto che didattico-educativa.

Le rievocazioni storiche sono giuste e devono avere il loro spazio nella programmazione scolastica, sia chiaro! Nessuno vuole sminuire il valore un canto popolare, che ha rappresentato e tuttora rappresenta un periodo storico della nostra patria (e su questo concetto ci sarebbe tanto altro da dire), ma non ha, e a mio giudizio non deve avere, lo stesso valore dell'Inno Nazionale Italiano.

Per fortuna, la rete ci viene incontro nell'analisi delle radici storiche della canzone, e questo non per sminuire il valore della canzone, ma anzi proprio per affermarlo e rafforzarlo in quanto tale: canzone popolare tradizionale!

L'Istituto Treccani ci spiega, già dal 2016, la vera storia di Bella ciao.

Ed una frase spiega perfettamente il significato, non strettamente ricondotto alla sola Resistenza italiana: “Rilanciata negli anni Sessanta come canzone simbolo della Resistenza, entrata nel repertorio di artisti celebri come Yves Montand, Bella ciao è diventata nel tempo un successo mondiale che si adatta a tutte le lotte per la libertà contro invasori e oppressori.”

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