2 novembre
di Geronimo Carreras · Pubblicato · Aggiornato

Come ricordato proprio ieri, il 2 novembre la Chiesa commemora tutti i defunti. Una leggenda legata a questa commemorazione dice che i defunti sono soliti tornare in questo giorno nei luoghi dove sono stati per parecchio tempo da vivi.
Non mancano comunque i nomi curiosi anche oggi: si ricordano i Santi Acindino, Pegasio, Aftonio, Elpidiforo, Anempodisto e compagni.
Anempodisto? Oh... ne conosco di nomi strani, ma questo...
Oggi voglio dare spazio ad un ricordo pressoché ovvio; ma proprio perché è ovvio, è anche doveroso riconoscere il giusto spazio ad una triste pagina della storia italiana.
Triste per quanto accaduto, ma triste anche perché la vicenda non ha ancora conosciuto la parola fine, sebbene siano trascorsi quarantatre anni.
«Abbiamo perso un poeta, e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono solo tre o quattro dentro un secolo. Quando sarà finito questo secolo, Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeta». Sono le parole di Alberto Moravia, nel commentare la tragica dipartita di Pier Paolo Pasolini, morto assassinato domenica 2 novembre 1975.
Il Delitto Pasolini è uno dei grandi casi irrisolti della storia italiana.
Nella notte del 2 novembre 1975 una pattuglia dei Carabinieri fermò un'auto che viaggiava contromano sul lungomare ostiense. Alla guida dell'auto c'era Pino Pelosi. Poche ore più tardi, nei pressi dell'idroscalo di Ostia, fu trovato il corpo martoriato di Pier Paolo Pasolini. Il facile abbinamento portò Pelosi ad essere accusato dell'omicidio di Pasolini, ma diverso tempo dopo si scoprì che Pasolini fu ammazzato da più persone, e che il movente non era quello dapprima attribuito al Pelosi. Lo stesso Pelosi, dieci anni più tardi, confessò di non essere stato lui e che rimase in silenzio per paura di ritorsioni contro la sua famiglia.
Il caso Pasolini fu riaperto dalla Procura di Roma, e fu pure richiuso per assenza di prove. Eppure Pasolini rimane tuttora considerato uno degli intellettuali più scomodi, per le sue denunce al potere del consumismo ed ai mezzi di comunicazione di massa.
Pasolini consegna alla storia un ricchissimo patrimonio: romanzi, teatro, cinema, canzoni!
«Il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarci da soli con la verità. Che bello se mentre siamo qui a parlare qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori. È facile, è semplice, è la resistenza.»
Tratto dall'ultima intervista a Pier Paolo Pasolini, fatta da Furio Colombo sabato 1 novembre 1975. Se volete leggerla tutta, cliccate qui.
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