22 ottobre, tredici anni dopo!
di Geronimo Carreras · Pubblicato · Aggiornato
Certe cose le capisci solo quando le vedi, e le capisci di più quando le vedi dal vivo!
Il racconto di quanto accaduto tredici anni fa a Capoterra è stato già consegnato alle pagine della storia, e nel mio blog ho già parlato di quella giornata negli anni scorsi.
Ciò che ritengo giusto fare è ricordare quanto è successo, per sperare che ciò non accada più! E non solo: voglio ricordare quella incredibile macchina dei soccorsi che si è attivata e che ha provato ad alleviare le sofferenze di chi, in quel maledettissimo 22 ottobre 2008, ha perso tutto.
Ci sono delle immagini che rimangono impresse nella mia mente e nel mio cuore come se fossero accadute oggi...
C'erano persone con me, che sono partite alla volta di questa vicinissima città per provare a dare una mano, senza sapere quando avrebbero fatto ritorno a casa.
La strada era interrotta e si poteva passare solamente da una strada secondaria nella zona industriale di Macchiareddu: da lì passavano tutti i mezzi di soccorso, che avessero un lampeggiante blu, arancione, giallo... ma anche “senza lampeggianti”, perché arrivavano anche furgoni privati e mezzi che trasportavano i beni di primissima necessità.
Sull'uscio delle case, di quelle case che erano rimaste in piedi non si sa come e perché, trovavi persone disperate, il più delle volte silenziose, che cercavano di mettere in ordine i pensieri caotici di un disastro che nessuno aveva previsto.
C'erano persone con un asciugamano nella vita, che strizzavano dal fango le proprie mutande, unico capo rimasto!
C'erano persone che cercavano di recuperare chissà cosa, da un immenso cumulo di detriti e fango!
C'erano persone che, seppure avessero bisogno di tutto, non riuscivano a chiedere nulla...
Dicevo... con me, intorno a me, una moltitudine di divise blu, arancioni, verdi, che tutto facevano, forse anche perché di questi eventi non si sapeva tantissimo! C'erano professionisti del soccorso, c'erano medici, infermieri, soccorritori sanitari, operatori di Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze dell'Ordine... ma dentro quelle divise c'erano persone che condividevano il terrore! C'erano persone che si erano rimboccate le maniche, ma avevano il cuore strizzato come una spugna!
I miei colleghi di Croce Rossa, e li ricordo tutti, giorno per giorno, si erano calati nel ruolo di formichine operose, per provare a portare quel piccolo pezzetto d'aiuto nel grande formicaio che era diventata Capoterra: dalle squadre di soccorso sanitario al supporto psicologico, dal preziosissimo lavoro delle Unità Cinofile di Soccorso agli operatori di Protezione Civile, dalle instancabili Crocerossine alle componenti del Comitato Nazionale Femminile, che si preoccupavano di “tutto”, e quando dico tutto... intendo dalla carta igienica ai panini!
Una brandina per riposare qualche ora, e di nuovo all'opera: c'è chi ha dormito sul pianale del Ducato, chi è rientrato in sede nelle prime ore del mattino e si è seduto sulle scale, per riprendere all'alba con le ricerche. Lo sgomento ha dato una spinta motivazionale a chi l'emergenza la stava vivendo in prima persona e a fianco di casa!
Di Capoterra 2008 si parla ancora, forse neppure quanto si dovrebbe!
Perché ancora oggi, dopo tredici anni, quando piove, a Capoterra c'è gente che ha paura! (Le frasi sospese sono state scritte a posta...)
Ma allora, proprio per non dimenticare, ma soprattutto per non vanificare l'impegno di quella incredibile macchina che si è messa in moto, unito al grandissimo coraggio dei cittadini, quando si comincia a pianificare ed a progettare seriamente la risposta all'emergenza?
Badate bene: non sto accusando nessuno! Tutto quanto fatto finora è lodevole e degno di nota. Ma la domanda che mi affligge è sempre la stessa da un po' di tempo: è stato fatto tutto ciò che si poteva fare per evitare che accada nuovamente?
Sarebbe bellissimo se fosse una mia immensa distrazione! Temo però che così non sia...
Per non dimenticare...
Anna Rita Lepori
Antonello Porcu
Licia Sulis
Speranza Sollai
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