7 novembre
di Geronimo Carreras · Pubblicato · Aggiornato
Il santo del giorno è Sant'Ernesto di Zwiefalten.
Battuta facile: pochi giorni fa era l'onomastico di Evaristo, ovviamente doveva essere vicino quello di Ernesto!
Nota curiosa: è l'unico santo con questo nome, ricordato nel martirologio romano.
Nacque a Steißlingen, una cittadina della Germania occidentale, verosimilmente attorno al 1105. A trentacinque anni fu nominato abate del monastero benedettino di Zwiefalten, nei pressi di Costanza.
Uomo dalle innate doti spirituali e di grande saggezza, rimase abate per cinque anni, per poi dimettersi e lasciare il monastero.
Probabilmente fu una scelta obbligata, a causa delle difficoltà di gestire un comunità religiosa spesso vessata dalle autorità locali. A quel tempo infatti l’abbazia non rappresentava solamente un luogo di culto, ma era anche al centro di dinamiche politiche, cosa che spesso causava molti problemi ai poveri monaci.
Quando Sant’Ernesto lasciò il monastero in Germania, in tutta Europa imperversava nuovamente lo spirito della Crociata. Così Sant'Ernesto decise di unirsi all'esercito dell'imperatore Corrado III di Svevia e di combattere per liberare la Terra Santa. Tuttavia non riuscì mai neppure a vedere Gerusalemme: giunti in Turchia, dopo un pericoloso e lungo viaggio, a causa delle divisioni interne ai crociati cristiani l’esercito di Corrado III subì una grave disfatta.
Da qui in poi, la storia si trasforma con leggenda: fatto prigioniero e condotto a La Mecca, Sant'Ernesto si rifiuta di adorare gli idoli della religione islamica e subisce un cruento martirio per mano dei saraceni.
Di tutto si può dire alla TV privata, e di tutto si dice al colosso Mediaset specialmente in merito allo spessore delle sue produzioni.
Certo è che, fra queste, ci sono alcune che fanno la storia della televisione italiana. Una di queste è “Striscia"!
Striscia la Notizia è il primo telegiornale satirico della televisione italiana. Nato dall'intuizione geniale di Antonio Ricci, va in onda per la prima volta lunedì 7 novembre 1988, trentuno anni fa. E ad oggi, 7 novembre escluso, conta 6677 puntate!
La prima conduzione è affidata a due volti storici della televisione: Ezio Greggio (che è ancora seduto su una delle sedie della conduzione) e Gianfranco D'Angelo, che fu conduttore solo della prima edizione.
Le notizie sono portate ai conduttori dalle Veline, nome ironico riservato alle showgirl della trasmissione. Apro una parentesi...
Ecco un classico esempio di quanto la TV è in grado di penetrare (fate voi, io non l'ho detto...) nel tessuto sociale. Il termine veline, prima che nascesse Striscia la Notizia, identificava le notizie provenienti da fonti esterne alla redazione giornalistica. La storia di questo termine è da collocare nel fascismo, quando il regime impartiva precise disposizioni alla stampa quotidiana. Si chiamavano veline perché erano dattiloscritte su carta velina, ovvero la carta sottilissima; e più era sottile, più facilmente poteva essere impressa in più copie da un'unica battitura di macchina da scrivere, con l'interposizione dei fogli di carta carbone. E chiudo la parentesi.
Torniamo alle veline di Striscia. Nella prima edizione troviamo ben quattro showgirl: Eliette Mariangelo, Micaela Verdiani, Stefania Dall'Olio e Cristina Prevosti.
Il celebre Gabibbo, il pupazzo rosso animato da Gero Caldarelli e dalla voce di Lorenzo Beccati, è comparso come primo inviato esterno, per denunciare gli sprechi di danaro pubblico.
Un'altra invenzione di Striscia è il Tapiro: dal 1996 è il premio, consegnato dal volto diventato storico della trasmissione Valerio Staffelli, al personaggio attapirato, ovvero colui che subisce le conseguenze di un proprio gesto.
Al fianco di Greggio si sono succeduti diversi nomi illustri: da Claudio Bisio a Lello Arena, da Riccardo Miniggio (Il Ric del duo Ric e Gian) a Franco Neri. Altri due nomi sono entrati di diritto nella storia del programma: Enzo Iachetti e Michelle Hunziker, rispettivamente titolari di 25 e 15 edizioni (quest'ultima al pari di Ficarra e Picone).
Dati ufficiali editi dall'Università Bocconi di Milano: dal 1992 al 2010, grazie alle segnalazioni del programma televisivo, su un totale di 58 miliardi di euro di sprechi di denaro pubblico denunciati, vengono recuperati 7,8 miliardi, che è la cifra riscattata al momento del completamento e dell'operatività di opere lasciate inizialmente in sospeso.
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